Zafferano, che passione!

Sappiamo tutti che la vita è fatta del bello e del meno bello, ogni giorno bisogna lottare per tenere lontani i fattori negativi, oppure per risolvere problemi di vario genere. Però ci sono cose che nella bilancia del buono e cattivo possono renderci più felici e soddisfatti. Queste cose sono per me gli hobby, le passioni; tutto ciò che riempie le mie giornate di soddisfazioni, anche se con fatica. “untipografoincucina.it è nato proprio per una forte passione verso il mondo del food, in un periodo non positivo della mia vita. Questo è stato una svolta per me, una svolta positiva ovviamente. Siccome da cosa nasce cosa, esplorare il mondo del food anche attraverso aziende agricole del territorio o semplici appassionati, mi ha avvicinato allo zafferano. Una spezia affascinante, molto importante, delicata e preziosa; ormai presente in molte regioni del territorio nazionale e anche fuori Italia. Iniziato per gioco lo scorso anno con pochi bulbi (provenienza Fasoli piante Vercelli), quest’anno ne ho incrementato il numero, grazie ai bulbi della azienda agricola zafferano Colli Oltrepò Pavese, della azienda agricola Sativus e qualche bulbo dello zafferano di Coggiola. Un inizio quasi per gioco che potrebbe trasformarsi in una piccola realtà felice, rispettando le poche regole che richiede la cura di questa spezia. Un percorso per tanti, se rimane per uso e consumo familiare; se si punta ad avere coltura da reddito, diventa tutta un’altra cosa. Molte informazioni sono a disposizione di tutti in internet ma consiglierei di farsi seguire passo passo da chi ha fatto di questa spezia una ragione di vita, investendo in terreni, attrezzature, molta pazienza e tenacia. Come io ho iniziato lo scorso anno e come ho organizzato nel 2022.

Qui nel territorio del Vercellese non è semplice trovare terreni da rubare al riso per poter ragionare in modo più elastico verso una coltivazione seria. Per ora coltivo in vaso, con la speranza di trovare una sistemazione più adeguata in questi tre anni che verranno. Resta il fatto che il fulcro di tutto è la passione per le cose; quando nasce dentro di noi va assecondata e seguita senza pensarci troppo, altrimenti vivremmo una vita di sogni irrealizzati.

Realizzate i vostri sogni!

Momenti d’estate e passione vino

Delle vacanze estive e del mio privato non parlo quasi mai, ma questo 2021 appena terminato è stato un anno particolare, sotto molti aspetti. Quindi due parole sono d’obbligo. Pandemia, sempre lei a tenere banco su più fronti: l’arrivo dei vaccini, la nascita dei NO VAX, le restrizioni ad intermittenza (come lo scorso anno), la cassa integrazione ed i licenziamenti. Molta negatività, molto scetticismo, la perdita di amici e/o parenti.

Tutto questo non è ancora alle spalle ma si deve guardare avanti, quindi benvenute ferie estive trascorse in una delle regioni più affascinanti del nostro paese (a mio parere ovviamente), la Toscana. Una regione che offre tanto, di bello e positivo: paesaggi spettacolari, mare, buon cibo, ottimi vini, persone meravigliose e parte della bellezza del nostro paese. Ad ogni modo, si è trascorse due piacevoli settimane nell’entroterra Toscano, giornate di Agosto estremamente calde, intense e piene di positività.

Il Fiat Doblò ha macinato un sacco di kilometri, tra autostrade, statali, provinciali e strade bianche (strade prive di asfalto), senza avere problemi. Evitare disagi dovuti a forature, guasti motore, freni o simili è un’ottima cosa! Quanti luoghi meravigliosi abbiamo scoperto nel nostro percorso, quante splendide realtà e persone speciali.

Alla scoperta del buon vino, della tradizione contadina e familiare con Marco Capitoni, amico da anni ma conosciuto di persona solo in questo Agosto dell’appena terminato 2021. La azienda agricola Capitoni ha una lunga storia, le sue importanti fondamenta sono stati il padre di Marco Capitoni e i suoi due fratelli. Loro resero di proprietà il podere Sedime, ponendo basi solide per il futuro dell’azienda che è la realtà dei giorni nostri. Un duro lavoro di recupero dei vecchi vigneti e di restauro della struttura che ad oggi è la cantina. Azienda familiare molto legata alle tradizioni, soprattutto del territorio. Per non tralasciare le tradizioni, il simbolo aziendale Capitoni, riportato su ogni etichetta, è la Cariatide della Pieve di Corsignano.

I vitigni coltivati in azienda sono quattro, per la maggior parte Sangiovese, in parte minore Merlot, Colorino e Canaiolo (gli ultimi due a me sconosciuti fino a poco tempo fa); disposti in circa sei ettari (in espansione) di terreno una volta ricoperto da acque di un antico mare. Una agricoltura a favore della biodiversità e con minimo utilizzo di prodotti fitosanitari. La cantina accogliente offre tutte le caratteristiche richieste per la produzione degli ottimi vini di casa Capitoni. “TROCCOLONE” è uvaggio Sangiovese con fermentazione ed ogni fase di vinificazione in splendide anfore di terra cotta. “CAPITONI” è uvaggio 80% Sangiovese e 20% Merlot, fermentazione in tini di acciaio con controllo delle temperature ed affinamento in legno di rovere francese; botti grandi per il Sangiovese e barriques per il Merlot. “FRASI” è uvaggio Sangiovese, fermentazione in tini di acciaio con controllo delle temperature ed affinamento in legno di rovere francese, botti grandi. 

Sembra tutto facile ma non mancano le difficoltà per chi, come Marco e collaboratori, deve combattere ogni giorno contro la presenza devastante di cinghiali e caprioli, eventi atmosferici che non si possono comandare a piacimento (siccità, grandine, troppa pioggia, forte vento nei periodi sbagliati), parassiti delle piante e molto altro. Tanto lavoro, tanta fatica e tanta PASSIONE per ottenere gli ottimi vini vestiti dall’etichetta Capitoni.

Non possono mancare le visite in cantina ed in vigna, le degustazioni, un sito web completamente rinnovato, i meravigliosi racconti della storia familiare che ha reso così forti i valori e le tradizioni di questa azienda. Grazie Marco, un amico e grazie alla tua famiglia, parte integrante della realtà Capitoni.

alla prossima visita…

LA MELA, CONOSCIUTA OPPURE NO?

Chi di voi ama il “frutto del peccato”? Ho sempre apprezzato la mela, non tutti i tipi di mela però, le mele a pasta farinosa non sono mai state tra le mie preferite, pur non avendo una preferenza ben precisa. In questi giorni preparerò di nuovo le mele cotte con la cannella, l’unica preparazione in cui la pasta della mela non è così importante per me (non eccessivamente importante). Nella mia gioventù sono cresciuto con le mele renette, come Popeye con gli spinaci. Perché mio padre ha sempre preferito consumare questa qualità, rispetto ad altre; ancora oggi questa è la sua preferenza, pur non disegnando altre qualità, storcendo il naso. Passati gli anni, ho scoperto le infinite varietà di questo frutto, più o meno antiche (un pó come il riso). Soprattutto molte piccole realtà agricole hanno tirato fuori dal cappello magico, varietà di mele che si credevano perdute. Hanno compiuto un gran lavoro di ripopolamento di queste ultime, portandole di nuovo al commercio. Ovviamente non troveremo mai nulla di particolare nei supermercati, se non in determinate zone del nostro paese e in realtà commerciali abbastanza piccole. Per adesso mi fermo qui, posterò la preparazione di mele e cannella; successivamente si potrà parlare in modo più specifico di ogni varietà. Farò un sondaggio sul grado di interesse di questo argomento.

Attenzione, sicurezza e industria 4.0

Non mi è mai piaciuto raccontare i fatti miei, se ho la febbre, se cambio casa o automobile, cosa mangio in ogni singolo pasto. Questo argomento però mi sta particolarmente a cuore perchè l’ho vissuto sulla pelle e perchè troppo spesso, in un mondo del lavoro in cui sempre di più si parla di “industria 4.0”, ogni cosa va fatta in un certo modo, con criterio e usando la testa. Se si fanno cose senza usare la testa e nel modo sbagliato, si pagano le conseguenze di queste azioni, nella maggioranza dei casi. Tutto ciò che la vita ci propone, a partire dalle decisioni, richiede almeno una giusta valutazione. Per le cose pratiche si parla anche di criterio, che può leggermente variare, in base alla tipologia dell’azione che si sta compiendo; occorre essere sempre coscienti di ciò che si sta facendo. Tutto questo per arrivare ad un mio esempio pratico di qualche giorno fa, un chiaro esempio di azione mal fatta. Mi trovavo a casa, all’ora di pranzo, dopo aver fatto la seconda dose del vaccino anti Covid e ho deciso di preparare un risotto “veloce” (sono subito partito male, veloce!). Arrivando al dunque, non c’è nulla di pericoloso nel cucinare un semplice risotto, a meno ché non si decida di mantecarlo con burro congelato e parmigiano grattugiato (burro congelato!).In questa situazione ho spento il mio cervello ed ho pensato di tagliare il burro congelato con un coltello da cucina a lama curva, senza usare tagliere. Non racconto i particolari ma allego una foto del post accaduto, giusto per far capire che mi è andata molto bene, forse troppo bene.

Ho sfidato la sorte su tre fattori:

  1. coltello a lama curva
  2. burro congelato
  3. NO tagliere

Nel mio caso specifico ho anche messo alla prova la resistenza di una mano infortunata sul lavoro nel 2012 (spero che i fantastici micro-chirurghi che mi seguirono all’epoca non leggano di questa mia imprudenza). Tutto questo per dire che, la poca voglia di pensare, nel mio caso è costata un pomeriggio in pronto soccorso; se riportato nel mondo del lavoro, la modalità del fare in fretta, senza criterio e senza sicurezze, può portare a conseguenze ben più gravi. Non mi stancherò mai di ricordare a chi è paziente nel leggermi, che nel 2021,nel nostro paese (ma non solo), sono ancora troppi gli incidenti sul luogo di lavoro. Parte della responsabilità è nelle mani dei lavoratori stessi, talvolta la troppa sicurezza può essere fatale; molte aziende però non adottano le adeguate precauzioni per mettere in condizioni di sicurezza i propri dipendenti. Ancora più grave è la posizione delle aziende che hanno già vissuto esperienze di incidenti durante le fasi di lavorazione e ciò nonostante, continuano a funzionare in contesti di lavoro pessimi (con guadagno oppure no), senza rispettare le regole (neanche le più importanti), e senza dare il giusto valore alla vita dei propri dipendenti. A favore di questa delicata questione, si spendono molte, troppe parole per istituire regole che non vengono vigilate nell’arco del tempo La vita e la dignità di ogni donna o uomo hanno un valore inestimabile , per nessun motivo dovremmo accettare di azzerare tale valore, per una produzione più voluminosa e a discapito della salute. La salute fisica e mentale, perchè l’una sostiene l’altra.

GRAZIE PER LA LETTURA!

 

I consigli del Tipografo

In cucina il tempo è un fattore molto importante, insieme a tanti altri altrettanto essenziali. Il tempo però entra in gioco quando tutto è già stabilito, almeno nella mente strampalata del cuciniere che deve portare a termine la sua creazione. E per restare in tema di tempistiche risicate, quante volte succede a tutti quanti noi, donne e uomini, che per dovere o per diletto, dobbiamo portare a termine la creazione litigando proprio contro il tempo. Questo succede già dal principio, quando l’idea salta fuori nel nostro cervello, ma tante volte questa idea non quaglia (non va d’accordo 😂) col tempo che abbiamo a disposizione. Datosi che ormai si è in fase di creazione, per quanto mi riguarda, diventa una sfida. Perciò stilo un elenco di piatti alternativi (due o tre), che con quel tempo calzino a pennello.
E questa è la storia del risotto al gorgonzola e zafferano di ieri sera 23 Marzo 2021.

Giro a voi lettori la sua preparazione per due porzioni soddisfacenti:
in un frigo da vuotare, che ci siano g 80 di gorgonzola dolce (se manca, il taleggio è un’ottima variante). Una cipolla bianca oppure due scalogni, un litro e mezzo circa delle verdure fatte bollire la sera prima, g 180/190 di un riso da risotti (chicco lungo A, possibilmente di provenienza Italiana), 6/8 stami di ottimo zafferano non industriale (altrimenti una bustina), vino bianco q.b., due cucchiai di olio extravergine, sale, pepe.
Mettere in caldo il brodo, pelare cipolla o scalogni e tagliare a cubetti o a fette molto sottili. Farne un soffritto in poco olio, aggiungere il riso e farlo tostare. Tagliare a tocchetti il gorgonzola e stemperare lo zafferano in una tazzina da caffè di brodo caldo. Sfumare il riso col vino bianco, quindi portare il riso a cottura con il brodo, mescolando di tanto in tanto. A metà cottura versare nel riso il brodo con lo zafferano, aggiungere sale e pepe. A fine cottura, mantecare a fuoco spento, con il gorgonzola. Servire un riso né asciutto, né liquido e goderne i sapori.

BUON APPETITO!

 

Spaghetti quadri al pomodoro e speck affumicato

Un piatto di pasta non ha mai fatto del male a nessuno, se gustoso, fa bene, fa piacere al corpo e alla mente. Quanti pensieri buoni ci passano per la testa mangiando un ottimo piatto di pasta? Tanti, un numero indefinito (più sensazioni che pensieri). I piaceri della pasta, sembra il titolo di un bel libro, sono infiniti, quanto sono infiniti gli ingredienti che si possono abbinare ad essa.

Quando non c’è tempo per cucinare, si può optare per una normale ma velocissima e super ricca insalatona, un piatto pronto (solo da scaldare), due uova? Affettati o formaggio? Ci sono cento e mille soluzioni e dato che io non ingrasso e non ho più il forno a microonde, ogni tanto, lodi al carboidrato, in salsa veloce, semplice e svuota frigo. In questo caso ho usato un pó di di soffritto misto in un cucchiaio di olio, 60 gr di speck affumicato, mezzo bicchiere di vino rosso, sale, pepe bianco, un bicchiere di passata di pomodoro, un piccolo mazzetto di rosmarino e cottura a fuoco lento per 15/20 minuti. La pasta! Scelta rigorosa, 100 gr di spaghetto quadro, per le proprietà attrattive verso la salsa. Buttato in acqua bollente e seguito in cottura per qualche minuto. Colato direttamente nella salsa, su fiamma lieve e mantecato con l’aggiunta di due o tre cucchiai della sua acqua di cottura. Servito in abbondante razione, lo spaghetto regala lauta soddisfazione visiva e gustativa.

BUON APPETITO!

Linguine alle mazzancolle, Cointreau e vino bianco

Non avete mai avuto mezze delusioni culinarie? A me non capita molto spesso, non perchè sono il Dio dei fornelli ma perchè sono piuttosto abitudinario e vado quasi sempre sul sicuro. In questo caso però, le mazzancolle acquistate e surgelate tempo fa dovevano essere cucinate, perchè è sempre brutto sprecare. La poca ispirazione e la mancata voglia di spadellare post lavoro, hanno fatto sì che il risultato finale non è stato esattamente appetitoso come nelle mie aspettative. Buono ma non abbastanza da essere considerato un piatto unico, come avrebbe dovuto essere.

Quindi pubblicherò la ricetta, ingredienti per 4 persone:

  • g 250 di mazzancolle
  • mezzo bicchiere di Cointreau
  • mezzo bicchiere di vino bianco
  • succo di un limone
  • sale
  • pepe in grani
  • due spicchi di aglio
  • prezzemolo tritato
  • poca farina 00
  • due cucchiai di olio di oliva

Eliminare la corazza del corpo delle mazzancolle senza staccare le teste, lavarle molto bene asciugarle molto delicatamente, passarle nella farina e farle colorire per due minuti, nei due lati, in poco olio e insieme ai due spicchi di aglio.

Mettere sul fuoco l’acqua per la pasta e salarla quando raggiunge bollore. Sfumare le mazzancolle col Cointreau, girarle, sfumarle col vino bianco, girarle ancora. Bagnare col succo di un limone e aggiungere mezzo bicchiere di acqua. La cottura avverrà in 15/20 minuti. Buttare la pasta se l’acqua bolle, mescolare molto bene e attenderne la cottura. Colare la pasta direttamente nel preparato cucinato precedentemente, mantecare bene aggiungendo mezzo bicchiere di acqua di cottura della pasta.

Impiattare a piacimento e…

BUON APPETITO!

 

 

 

La cucina e il gatto

La cucina nuova è arrivata, proprio in tempo per accogliere Covid19… Bastardo virus che ci hai sconquassato le vite (parlo per me, che fortunatamente non ho ancora incontrato Covid19 personalmente). In questo periodo, tanto oscuro, quanto surreale della nostra esistenza sulla terra, trovo difficile chiudere porte e finestre al mondo, per tuffarmi nella cucina con piacere.
Tantomeno spammare frasi, buoniste e pensieri positivi cool in tutti i social network. È sopraggiunta una coltre di tristezza che mi porta a fare tutto, meno che condividere vignette scherzose sul Covid19, giusto per farsi una risata. Perché alla faccia della mia risata, c’è gente che rischia la vita per salvaguardare quella altrui, e c’è chi la vita l’ha persa in pochi giorni. Quindi no, non voglio ridere o cantare fuori dal balcone o postare selfie su instagram. Preferisco vivere questo velo di tristezza sperando che passi velocemente e consapevole che la vita, dopo, cambierà per tutti. Dovrà esserci una consapevolezza diversa rispetto a prima. Quindi ci godiamo la nostra cucina nuova in sordina, mah… C’è un mah!

Il gatto grigio, Mew, lui sì che si gode la nuova cucina! Su questo mi piace ridere invece, sul gatto strano che ha invaso la nostra casa perché probabilmente, dove viveva prima, non si sentiva a suo agio. Un pó “squilibrato” al suo arrivo, si è adattato più o meno, come tutti i gatti, al nostro stile di vita. È diventato padrone tanto quanto gli altri due! Quindi benvenuta cucina, tante nuove ricette prepareremo insieme, con felicità e, ovviamente, in semplicità come sempre. Ci regaleremo molto presto nuovi, bellissimi momenti conviviali con parenti e amici. Un futuro che estendo con tutto me stesso a tutti coloro che stanno soffrendo questa brutta situazione di questi mesi.

BUONA VITA!

Intervista per Caterina di “iltuoannozero.com”

Nella vita può capitare di inciampare su gradini inaspettati, quando e se questo succede bisogna essere preparati, perché non tutti i gradini sono alti uguali e non sempre si mantiene l’equilibrio.

La mia esperienza di vita mi porta spesso a rinvangare il passato per sminuire problemi quotidiani, paragonandoli a situazioni vissute e superate. Un passato non più recente ma neanche troppo lontano per essere totalmente cancellato dalla mia memoria e da chi ha vissuto “la mia storia” insieme a me, donandomi forza e conforto per giungere al finale positivo che è stato.

Oggi, a distanza di sette anni dall’ evento che tanti conoscono, ho incontrato le pagine del blog “IL TUO ANNO ZERO“, di Caterina Centenari, pagine dove si legge di positività. Caterina si è scrollata di dosso i problemi che l’hanno portata al suo “ANNO ZERO”, fatta mente locale sulla sua qualità della vita, ha trovato le soluzioni giuste per ritrovare la serenità. Successivamente ha fatto in modo, attraverso le pagine ed i contenuti del suo blog, di donare spunti a chi, come me e tante altre persone, ha raggiunto il suo “ANNO ZERO”. Il momento della rinascita e della ripartenza.

 

Caterina mi ha proposto una interessante e motivante intervista per raccontare la mia storia, il mio “ANNO ZERO”. Ne abbiamo parlato, ci abbiamo lavorato ed ecco qui il risultato, per me positivo e gratificante.

Il link alla mia intervista lo troverete qui: “IL TUO ANNO ZERO

Potete leggere gli interessanti contenuti e le altre interviste di Caterina su “IL TUO ANNO ZERO“, trovate il link di riferimento sulle pagine del mio blog.

Oppure seguite le novità dalla sua pagina facebook al link seguente: “IL TUO ANNO ZERO

BUONA LETTURA!

Strizzando l’occhio alla salute

Buongiorno a tutti, cari amici, parenti, lettori e visitatori. Come avete potuto constatare sono stato obbligato ad una pausa forzata dal blog (ma non solo). A dirla tutta è stata una lontananza forzata di circa un mese da tutto ciò che è la normalità: moglie, casa, lavoro, quotidianità, ecc. Era però tutto programmato, questione di tempo, mi sono sottoposto ad un intervento di plastica di valvola mitrale e tricuspide. Intervento quindi di RIPARAZIONE cardiaca conseguenza di un SOFFIO AL CUORE peggiorato nell’arco di 10/12 anni, ma sempre tenuto sotto controllo. Fortunatamente un bel giorno del 2012 ho deciso di smettere di fumare ed in un certo senso è stata la mia salvezza. Pochi mesi dopo ho subito un incidente sul lavoro che mi è costato 6 interventi chirurgici che, DA FUMATORE, non avrebbero raggiunto i risultati positivi acquisiti e probabilmente il blog neppure esisterebbe. Questi due eventi mi hanno dato molto da pensare, soprattutto l’intervento al cuore. Scrivo queste mie parole non per pubblicizzare le mie sventure ma per SPONSORIZZARE uno stile di vita sano e la PREVENZIONE. Qualche esame periodico ma mirato non ha mai ucciso nessuno, ANZI!!! Allontanarmi dalla nicotina, seguire una alimentazione equilibrata (posso fare di meglio) e le uscite all’aria aperta sono stati fattori di un valore aggiunto per me. Ultimamente mi ero di nuovo avvicinato allo sport, qualunque esso sia, è meglio che vivere casa-lavoro e lavoro-casa. Non sono un nutrizionista ma le basi per una dieta sana e variegata sono abbastanza semplici se non si hanno allergie o patologie dell’alimentazione che rendono la vita difficile. Permettetemi di dirlo questa unica volta, “uno stile di vita sano è il valore aggiunto per una vita migliore”, in tutti i sensi. Tra poco tornerò a casa e tra un esercizio di riabilitazione e l’altro, ricomincerò a fare ciò che mi piace di più. CUCINARE…

PER ORA, BUONA VITA!

Bagna Cauda Day 2018…

 

Prendersi cura del corpo e dell’anima con cultura, bagna cauda, buon vino e ottima compagnia è stato il toccasana di questo fine settimana di fine Novembre (24 e 25). La manifestazione enogastronomica vanta un numero di “bagnacaudisti” che si aggira intorno alle 15000 unità per 150 ristoranti aderenti.
I partecipanti potranno apprezzare ogni edizione a prezzi (modici) concordati e chiari che comprendono tutte le portate, vini esclusi. Non è previsto ad esempio il “coperto” nonostante il servizio ai tavoli. Grazie in primis a Dario che ha organizzato l’uscita, a mia moglie Beatrice, a Marta ed Alessandra che hanno completato l’esperienza rendendola molto piacevole.
Tirando le somme il “Bagna Cauda Day” direi che è stato un successo.
Organizzato alla perfezione da Dario, partenza al volo dopo il lavoro ed arrivo entro le ore 20 presso Albergo Etico a due passi dal centro di Asti, immersi nel Monferrato. Accoglienza di base e registrazione veloce ci consentono di lasciare i pochi bagagli in camera e di raggiungere le “Antiche Cantine di Palazzo Ramelli” dove lo staff del “Mercato Sessantasei” ha gestito in maniera impeccabile il catering della cena. Ovviamente è d’obbligo ricordare che questa struttura viene aperta al pubblico esclusivamente in rare occasioni (come questa). È bene approfittare di tali possibilità di visita. Il nostro “Bagna Cauda Day” è cominciato all’insegna della convivialità, in una suggestiva location che ha ospitato circa cinquanta persone a sedere. Il tutto accompagnato dall’aroma ed il calore di un ottimo Barbera riserva annata 2014.
Tutti i vini sono stati gentilmente forniti da Bersano vini di Nizza Monferrato. Ricordo che la cena consiste in Bagna Cauda a volontà (con e senza aglio), verdura cruda e cotta adeguatamente affettata, acqua, vino, pane. Chiusura, come vuole la tradizione, con Bagna Cauda e uovo, bunet.
Unica pecca della giornata è stata la leggera pioggia che ci ha fatto compagnia fin dal primo pomeriggio. Gadget offerti per l’occasione: l’originale bavaglio “Bagna Cauda Day” e i “kit anti aglio” composti da Mole cola, dentifricio delle 7 erbe, caramelle alla menta, digestivo e grappa (per chi non ama la grappa versione senza grappa). Per finire, portachiavi, pelouches e para spifferi. Tutto rigorosamente a forma di acciuga. Serata conclusa in un bar del centro di Asti, chi per bere una tisana, chi nel mio caso, un calice di Brachetto e chi, Dario, il “Barolo chinato”. Priorità di assaggio alla prossima occasione.

Ritorno in albergo per trascorrere una notte in tranquillità. Colazione la mattina di Sabato 25 servita dai ragazzi del “progetto download” fino alle 10,30 e spostamento in centro per visitare “Colore e Magia” di Chagall presso Palazzo Mazzetti. Tanta magia nelle tracce degli acquaforte ma poco colore. Per chi apprezza lo stile sono presenti vari pezzi piacevolmente interessanti ma forse un poco alto il costo del biglietto di ingresso.
Aperitivo in comodità e pranzo presso l’osteria “Taca Banda”, ristorazione tipica Piemontese ed a stretto contatto con l’associazione Albergo Etico ed i suoi ragazzi.
Carta dei vini ben fornita e menù completo con variazioni stagionali che strizza l’occhio alle portate a base di carne Piemontese. Non ci resta quindi che attendere la prossima edizione del “Bagna Cauda Day” che promette ancor più partecipazione!!!

2018, VACANZE MAGRE? ANCHE NO!

Questo è stato un anno particolare e lavorativamente pesante per me e mia moglie, avremmo entrambi desiderato almeno due settimane fuori porta ma per vari motivi non abbiamo potuto fare ciò che avevamo in mente (complice il meteo).
Si è scoperta una zona montana a noi fino ad ora sconosciuta, in due giorni soli però ci siamo riproposti di tornare a scoprire parte di tutto un ambiente montano estremamente diverso da quello che fino ad ora conoscevamo. Mi riferisco alle Alpi cuneesi, con più precisione alla Val Maira. Fondo valle interminabile, lunghissimo, neve e ghiacciai praticamente inesistenti. Bellissimi e caratteristici paesini Occitani piacevoli da visitare, Dronero, Acceglio, San Damiano Macra, Macra e tante altre comunità che hanno vissuto la Seconda Guerra Mondiale in prima linea. Tanti reperti della guerra si possono infatti incrociare lungo gli svariati percorsi dei tantissimi sentieri da intraprendere partendo da queste zone…

Attrazione interessante, simpatica da vedere è il parco dei “Ciciu” situato a Villar San Costanzo, con possibilità di due diversi percorsi di visita (diversificati dalla lunghezza dei percorsi stessi).


E che dire dell’ospitalità  delle persone incontrate? (Anche in Valle d’Aosta ovviamente, ma non mi perdo tra le righe facendo nomi e cognomi). Cordialità , ospitalità  e gentilezza sono fattori che bisogna saper apprezzare quando si viaggia a mio avviso ed in questi casi non si può che tornare a casa con la consapevolezza che di brava gente ancora ce n’è in giro. In Val Maira abbiamo potuto apprezzare anche l’ottima cucina tipica Piemontese presso “Locanda Occitana Ca’ Bianca”, ristorante con camere situato in Strada Luisa Paulin, 53 a Roccabruna (CN) TOTALMENTE a gestione familiare.

Cucina tipica, semplice e molto ben curata. Menù a prezzo fisso a pranzo, menù alla carta credo sempre a disposizione, ottima carta di vini Piemontesi, pasta e dolci fatti in casa in modo esemplare.

Per i camminatori, su richiesta non si negano informazioni su cosa di bello si può visitare durante il soggiorno in zona. 

Quindi, in questo 2018 vacanze corte ma decisamente ricche di soddisfazioni e di bellissimi luoghi da tornare a scoprire!!!

BUONA LETTURA!

 

 

 

 

 

 

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